Di psicologia ne parlano tutti. Eppure, se non si è del mestiere è facile fare un po’ di confusione.
Nella maggior parte dei casi quando avvertiamo che c’è un problema proviamo a risolverlo con tutte le strategie a nostra disposizione. Potrebbe capitare di far finta di nulla aspettando che la cosa rientri da sé, di trovarsi a rimuginare in continuazione alla ricerca di un piano, o di cercare delle soluzioni concrete in autonomia o con l’aiuto di persone di fiducia.
“Tentarle tutte” delle volte significa anche contattare un professionista: uno psicologo, uno psicoterapeuta, un medico di base, uno psichiatra.
Facciamo l’esempio dell’insonnia, un problema che si stima coinvolga almeno 9 milioni di italiani. Una persona che non dorme potrebbe decidere di non bere caffè dopo una certa ora, fare più sport o yoga, comprare della melatonina in parafarmacia, o chiedere un consulto al medico di base.
In genere, anche nei casi in cui il disturbo del sonno coincidesse con un periodo particolarmente stressante o difficile, delle volte è solo dopo molti di questi tentativi che si valuta di contattare uno psicologo.
Pazienti e amici mi spiegano spesso i loro perché, e quello che mi è capitato di sentire di più è il desiderio o il bisogno di “farcela da soli”.
Mi stupisce come persone così diverse le une dalle altre arrivino a formulare le stesse parole. Eppure, dietro a questa, peraltro lecita, affermazione, si aprono dei veri e propri mondi.
Vorrei quindi prendermi del tempo per parlarvi di cosa mi sembra di aver colto in quel “farcela da solo o sola”.
Innanzitutto, rivolgersi a uno specialista significa arrivare a dirsi che c’è un problema, che questo problema non è risolvibile con le risorse di cui si dispone, che è necessario affidarsi a qualcuno e che si dedicherà a questo qualcuno due delle cose a noi più care: tempo e soldi.
Nessuno andrebbe a bussare alla porta di Iginio Massari per chiedergli la ricetta di una torta di mele. Senza questa consulenza credo che non verrebbe un buon dolce a tutti -me per prima- ma dobbiamo pur ottimizzare le risorse!
Da questa prospettiva tutti questi tentativi di “prevenzione psicologo” mi sembrano molto comprensibili.
Non c’è nulla di male! Riuscire a risolvere un problema ci fa sentire efficaci, un aspetto importante per il nostro benessere. In più, lo psicologo NON è la panacea di tutti i mali, ma una possibilità, e soprattutto NON è un mago.
–Lo psicologo è un mezzo, non la soluzione. Ciò significa che ciò che “serve” e “funziona” non è lo psicologo di per sè, ma un percorso “su misura” basato sulla motivazione autentica del paziente a cambiare qualcosa della propria vita e sull’alleanza che si instaura con il professionista. Per questa ragione esistono approcci, teorie e strumenti interessanti che non possono essere definiti “utili” tout-court, e bravi terapeuti che non possono essere definiti “giusti” per qualunque paziente.
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–Andare dallo “psicologo” significa dedicare tempo, spazio e denaro a noi stessi e alle cose che ci importano. Uno spazio di ascolto, in cui ci si possa trovare qualcuno che ci aiuta a dare un nome alle cose e con cui confrontarsi sulle questioni importanti per noi. Alcuni di voi penseranno “Brava, tutto bello! E quindi?”
Forse, possiamo semplicemente chiederci: quanto ci dedichiamo a come stiamo e ci sentiamo, quanto sentiamo di poter parlare di cose che riteniamo strane, poco appetibili se non inaccettabili e quanto siamo abituati a interlocutori accoglienti, partecipativi e non prevaricanti che ci facciano sentire compresi?
-Ecco che arriva il tasto dolente che spinge molte persone che sentono di non farcela da sole a prendere tempo, a rivolgersi a strutture pubbliche, a digitare su internet “psicologo gratis” o a scegliere un percorso rispetto a un altro sulla base del risparmio: il denaro.
E’ vero, andare dallo psicologo è una spesa importante. Il tariffario varia in base alla durata dei colloqui e al tipo di prestazione richiesta (es. psicoterapia/consulenza o sostegno psicologico; individuale/coppia/gruppo), ma visto che si sta parlando di un “percorso” psicologico o di psicoterapia, si devono prevedere più tappe.
Qui le tariffe minime e massime previste dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Tuttavia, corpo e mente non sono due binari paralleli. Piuttosto possiamo pensarli come ??. Se agiamo su uno, influiamo sull’altro e se agiamo su entrambi tanto meglio! Un esempio pratico?
Vi sarà capitato di pensare di rivolgervi a un esperto per voi o per qualcun altro e di trovarvi a fare frenetiche ricerche su google “psicologo Milano”. Ora, la buona è che sicuramente la vostra ricerca avrà prodotto dei risultati – un’infinità di risultati. Ma poi? Come scegliere lo psicologo giusto?
-Innanzitutto è importante poter escludere alcune aree della città, in cui gli spostamenti renderebbero difficile raggiungere lo studio.
-Se si ha già un’idea
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Ecco qualche risposta alle domande più frequenti che mi fate. Un paio di dritte per orientarvi meglio nel mondo di noi psicologi!
Qual è la differenza tra Psicologo e Psicoterapeuta?
Generalmente, la maggior parte delle persone che in un momento di difficoltà decide di rivolgersi a un professionista si mette alla ricerca di uno Psicologo. In realtà, dietro a questa definizione di uso comune si confondono profili professionali diversi che possono offrire valide risposte a domande differenti.
Prima di tutto, allora, per potervi aiutare a fare un po’ di chiarezza sulla differenza tra psicologo e psicoterapeuta è opportuno dire due parole sul percorso di studi previsto per ciascuna delle due professioni.
Come si diventa Psicologo?
E’ psicologo chiunque abbia conseguito una laurea magistrale in Psicologia, espletato un tirocinio professionalizzante, superato l’esame di abilitazione alla professione e si sia iscritto all’Albo degli Psicologi della regione competente.
Come si diventa Psicoterapeuta?
Diventa psicoterapeuta chi ha conseguito una laurea magistrale/specialistica in Psicologia o Medicina e Chirurgia, ha concluso un tirocinio professionalizzante, ha superato l’esame di stato per Psicologi/Medici e si è iscritto al rispettivo Albo professionale, e si è diplomato/a presso un istituto di Specializzazione in Psicoterapia riconosciuto.
In sintesi, lo psicologo che ambisca a diventare psicoterapeuta è tenuto ad ampliare la sua preparazione professionale con un ulteriore capitolo: un percorso di almeno quattro anni che gli consentirà di acquisire un bagaglio di conoscenze e strumenti scientificamente fondate da cui attingere nella pratica clinica. Insomma, di strade alternative non ce ne sono!
Gli orientamenti delle scuole di psicoterapia possono essere i più vari: psicodinamico, cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, bioenergetico, e così via… Ciascuno di essi ha una propria storia e deriva il proprio approccio clinico da presupposti teorici anche piuttosto distanti l’uno dall’altro.
Se sei interessato ad approfondire l’argomento, ti suggerisco di dare un’occhiata al mio articolo sui diversi tipi di psicoterapia.
Come si diventa Psichiatra?
E’ psichiatra chi è laureato/a in Medicina e Chirurgia, si è iscritto all’ordine dei medici e ha conseguito una specializzazione in Psichiatria.
Lo psichiatra, è un medico esperto in disturbi cognitivi e comportamentali, e in quanto tale può diagnosticare disturbi mentali e prescrivere trattamenti farmacologici e non.
Ok, quindi? Cosa fanno?
In studio privato potete imbattervi in tutti e tre.
Cosa fa lo Psicologo?
Lo psicologo si occupa di promuovere il benessere della persona. Ciò può prevedere ad esempio una valutazione psicodiagnostica – la così detta “diagnosi”- e colloqui di sostegno psicologico.
Lo psicologo, ad esempio, potrebbe sostenere un paziente che sta vivendo un disagio dovuto a un momento difficile della sua vita, e potenziare le sue risorse.
Se c’è bisogno di altro, è tenuto a fare un invio. Infatti, lo psicologo non dispone di strumenti specifici per la cura del disagio psichico (es. malessere) o dei disturbi psicologici (es. depressione).
Per capirci, è un po’ come un medico di base. Fatta la diagnosi, se il problema richiede un intervento specialistico, non è lui il dottore di riferimento!
Cosa fa lo Psicologo Psicoterapeuta?
La cura dei disturbi psichici è competenza esclusiva dello psicoterapeuta. Quest’ultimo, oltre a essere psicologo, può far riferimento a teorie e tecniche tali da promuovere un cambiamento più profondo nella vita del paziente, in termini di riduzione/cura del disagio/disturbo e promozione del benessere. Ciò che non può fare è prescrivere farmaci.
Cosa fa lo Psichiatra?
Lo psichiatra, sebbene possa specializzarsi in psicoterapia, il più delle volte non è anche psicoterapeuta. Oltre a diagnosticare disturbi mentali, può prescrivere farmaci e suggerire al paziente altri tipi di trattamenti, inclusa una psicoterapia.
Quindi curi i matti?
Se per “matti” ci si riferisce alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di disturbo psichiatrico, la risposta è anche.
Se, invece, come sospetto, vale il detto ”da vicino nessuno è normale”, allora la risposta è assolutamente sì!
La psicoterapia è indicata per chiunque senta il bisogno e la curiosità di conoscersi meglio e di cambiare qualcosa di sé e della sua vita.
La psicoterapia è utile?
Come funziona la psicoterapia?
Sei contraria ai farmaci?
Sono necessari i farmaci?
VIOLA MALGRATI – PSICOLOGA CLINICA